La dose giornaliera di liquidi da assumere deve essere almeno di 1,5 litri. Attenzione ai primi segni e sintomi
Il caldo elevato delle ultime estati è una delle più temibili minacce alla salute dei nostri anziani. In special modo per tutti coloro che sono costretti a rimanere nelle grandi città, dove afa e umidità possono aggravarne di molto la percezione a livello corporeo.
Gli effetti delle alte temperature sull’organismo possono essere molteplici, anche se il “nemico numero uno” da sconfiggere è sicuramente la disidratazione, ossia l’insufficienza di liquidi che si può instaurare quando si perde più acqua di quella che viene introdotta.
Proprio gli anziani, più delle persone di più giovane età, sono maggiormente esposti a questo rischio, poiché, oltre a una minore sensazione di sete e quindi a una minore propensione a bere, spesso sono soggetti a maggiori perdite di liquidi, a causa di una scarsa cura nel prendersi cura di sé che spesso porta a indossare capi e indumenti pesanti anche durante la stagione estiva, di terapie diuretiche per la cura di malattie croniche e di un maggiore rischio di incorrere in stati febbrili e sindromi intestinali. Senza dimenticare i soggetti affetti da disturbi neurodegenerativi, come demenza o Alzheimer, che hanno un rischio aumentato di non bere a sufficienza.
I primi segni di disidratazione nell’anziano possono essere facilmente riconoscibili e sono riconducibili a secchezza delle mucose di bocca e occhi, spesso con una colorazione biancastra della lingua, pelle secca e pallida, aumento della temperatura corporea, confusione e perdita della memoria, debolezza muscolare, perdita di appetito e un’insolita sonnolenza. A questi si possono poi aggiungere anche crampi muscolari, con una tipica sensazione di malessere generale e dolore diffuso, stipsi e difficoltà intestinali, colore scuro delle urine, nausea e a volte anche vomito e, paradossalmente, mancanza di sudorazione.
Ovviamente, la raccomandazione è quella di prestare sempre la massima attenzione e non sottovalutare nessuno dei sintomi e segni appena citati e, nel caso di dubbi, consultarsi tempestivamente con il proprio medico. Le conseguenze a lungo termine della disidratazione possono essere infatti anche gravi, come tromboembolie e aritmia cardiaca, infezione urinarie e insufficienza renale, fino addirittura al decesso.
Per questi motivi, è sempre bene accertarsi che i nostri anziani assumano almeno 1,5 – 2 litri di liquidi al giorno, assumendo quantità prestabilite a intervalli di tempo regolari durante tutto il corso della giornata, e adottare un’alimentazione ricca di frutta e verdura. Per incoraggiare l’anziano a bere, inoltre, è sempre meglio optare per acqua fresca e gradevole al palato aggiungendo, nel caso, fette di frutta fresca o congelata per aggiungere sapore. In alternativa, è anche possibile somministrare liquidi sotto forma di latte, the, tisane, succhi di frutta, brodo vegetale e altre forme, sempre tenendo conto di eventuali patologie presenti e l’assunzione di particolari tipi di farmaci.
Per quanto riguarda invece la tipologia di bevanda, gli specialisti consigliano in linea generale un’acqua ricca di calcio e fosfato di magnesio, e comunque selezionata in base alle personali necessità ed esigenze e, anche in questo caso, in base alla presenza di eventuali patologie e terapie in corso.
Nel caso di anziani non autosufficienti, infine, il Ministero della Salute ha messo a disposizione delle apposite linee guida per prevenire la disidratazione e i colpi di calore durante l’estate, composte da piccoli ma importanti accorgimenti, come ad esempio quello di adottare una scheda di monitoraggio che tenga traccia di tutti i liquidi assunti durante la giornata, di rinfrescare il viso e le altre parti scoperte del corpo con un nebulizzatore, o di eseguire spugnature di acqua fresca, in particolare a livello della nuca, o di applicare sul viso salviettine umide e fresche.